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Testalino Liutaio
Aggiornato il 21 settembre 2023

Piano di salvaguardia

Il piano di salvaguardia è uno strumento di consultazione fra diversi stakeholder, di programmazione e indirizzo di attività che contribuiscano a mantenere l’elemento culturale vivo nel tempo. Quanto più solido è il processo partecipativo, tanto più efficaci le azioni adottate dalla comunità.

È previsto dalla Convenzione UNESCO e stabilito dalla Legge 77 del 2006, ed è uno strumento di governance per la costruzione di un processo partecipativo e multilivello, in cui cioè le istituzioni vengono coinvolte nella loro dimensione locale, regionale, nazionale e sovranazionale. Obiettivo: accrescere la consapevolezza del valore dell’elemento culturale e dell’importanza della sua trasmissione, nella condivisione dei principi che caratterizzano la missione dell’UNESCO ed il progetto definito dalla Convenzione internazionale per la salvaguardia del patrimonio vivente.

I primi passi del Piano di salvaguardia del saper fare liutario tradizionale cremonese, dunque, prendono avvio all’inizio del 2021, con una fase preparatoria fatta di incontri propedeutici tra comunità e istituzioni del territorio cremonese per condividerne i presupposti, stabiliti dalla Convenzione UNESCO del 2003, le traiettorie e le azioni comuni da compiere.

Quella fase si è conclusa con un evento pubblico in cui le istituzioni locali, regionali, statali e sovranazionali hanno presentato a tutta la cittadinanza il progetto del Piano di salvaguardia.

Da lì, i lavori sono entrati nel vivo: si è trattato, dunque, di informare capillarmente tutta la comunità di liutai che operano sul territorio cremonese per proporre loro il coinvolgimento ai lavori del piano di salvaguardia, attraverso, in prima battuta, la manifestazione del proprio punto di vista circa lo stato di salute della liuteria cremonese, dei punti di forza della trasmissione del metodo costruttivo e dei rischi e delle minacce che attualmente o potenzialmente possono metterne a rischio la sopravvivenza.

La finalità non è cercare risposte immediate sul fronte del mercato o dell’organizzazione dell’azienda - temi la cui competenza ricade su diversi soggetti del mondo istituzionale ed economico, locale, regionale, nazionale e sovranazionale: il piano di salvaguardia, piuttosto, serve a consolidare il sistema nel suo complesso, arricchendo con l’esperienza di Cremona il grande cantiere della Convenzione internazionale dell’UNESCO.

A partire dal formulario di candidatura, sono stati ad oggi identificati i soggetti che hanno contribuito alla salvaguardia dell’elemento saper fare tradizionale liutario, così come riconosciuto dall’UNESCO. Accanto alla comunità dei liutai, costituita dagli artigiani, i maestri liutai che con il loro lavoro quotidianamente mantengono vivo questo patrimonio dell’umanità abbiamo una rete formata da:

  • Comune di Cremona
  • Fondazione Museo del Violino di Cremona
  • Istituto Superiore di Studi Musicali Claudio Monteverdi – Conservatorio di Cremona
  • Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli
  • Scuola Internazionale di Liuteria
  • Forma, Azienda Speciale Servizi di Formazione della Provincia di Cremona
  • Università e laboratori di ricerca:
    • Dipartimento di Musicologia dell’Università di Pavia,
    • Polo territoriale di Cremona del Politecnico di Milano
    • Laboratorio ‘Arvedi’ di diagnostica non invasiva dell’Università di Pavia
    • Musical acoustic lab del Politecnico di Milano,
  • Camera di Commercio di Cremona
  • Associazioni di categoria
  • Consorzio Liutai “Antonio Stradivari”
  • CremonaFiere
  • Associazioni culturali e organizzazioni della società civile

Quest’ampia comunità nella sua interezza è chiamata ad agire, sostenendo gli sforzi di salvaguardia della comunità liutaria, detentrice dell’elemento.

La Convenzione, infatti, raccomanda ai governi la “necessità di assicurare la più ampia partecipazione possibile di comunità, gruppi e ove appropriato individui che creano, mantengono e trasmettono tale patrimonio”, per garantire la vitalità all’elemento culturale.

Il Piano di salvaguardia del saper fare liutario cremonese nasce da un lungo percorso di confronti ed esperienze che, dal 2016 al 2021, ha coinvolto le istituzioni culturali e formative riunite nel Distretto culturale della città di Cremona, la Camera di Commercio di Cremona, le associazioni di categoria, il Consorzio Liutai, CremonaFiere, l’Istituto Superiore di Studi Musicali ‘Claudio Monteverdi’- Conservatorio di Cremona, il Teatro Ponchielli.

Insieme alla Fondazione Museo del Violino, con cui il Comune di Cremona ha sviluppato il progetto del piano di salvaguardia e costituito il nuovo sistema museale, nel primo semestre del 2021 sono state condivise le finalità, l’impostazione e lo sviluppo del piano, approfonditi i temi oggetto delle singole sessioni di lavoro ipotizzate, definiti il contributo e l’apporto che ciascuno dei soggetti di questa ampia rete porterà ai lavori e alla realizzazione delle future misure di salvaguardia.

I lavori preparatori hanno posto le basi di un processo di consultazione e coinvolgimento della comunità cremonese tutta, con le sue istituzioni, associazioni di categoria, i suoi artigiani. La condivisione di una prima bozza di programma ha permesso di raccogliere critiche, suggerimenti e proposte da tutti i soggetti coinvolti. Particolare attenzione è stata rivolta al coinvolgimento della comunità dei liutai, perché fosse data la parola a tutti, con la finalità di porre al centro la comunità della liuteria nella sua diversità, in un approccio il più possibile inclusivo.

  • L’Istituto Monteverdi, Conservatorio di Cremona, e il Teatro Ponchielli - 4 febbraio 2021, Webex
    Quello tra musicisti e liutai deve essere un dialogo continuo e fecondo, di prossimità e di scambio costante. Il tramite, affinché i liutai vivano e lavorino in una città animata dalla musica e dalla presenza dei musicisti, sono i luoghi della formazione musicale, della produzione, della esecuzione: il Conservatorio e il Teatro, che, insieme al Museo del Violino, stanno costruendo solide collaborazioni e nuovi progetti.
    Durante questo primo incontro, è stato trattato il ruolo di quelle istituzioni culturali fondamentali della città di Cremona. Ad ognuno di loro è stato chiesto di formulare pareri e aspettative rispetto al Piano, nel cui sviluppo essi giocheranno un ruolo di grande responsabilità.
  • Distretto della liuteria - 11 febbraio 2021, Webex
    Nato nel 2015 come ‘Distretto culturale della città di Cremona’ grazie al sostegno di Fondazione Cariplo, il Distretto della liuteria è il progetto attraverso cui il Comune di Cremona ha sostenuto sino ad ora i centri di trasmissione del sapere e la ricerca, la valorizzazione del patrimonio della liuteria classica, la cultura musicale e la liuteria cremonese contemporanea, coordinando i soggetti che in città si occupano di conservazione del patrimonio, educazione, formazione e ricerca in ambito musicale e liutario, e avvicinando questi ambiti con la cultura materiale dei liutai. Con questi interlocutori è stato condiviso il nuovo percorso e si è avviata la riflessione sul ruolo e il contributo di ciascuno. Hanno partecipato: Dipartimento di Musicologia e beni culturali dell’Università degli studi di Pavia, il Politecnico di Milano, Il laboratorio Arvedi di diagnostica non invasiva dell’Università degli studi di Pavia e il Musical Acoustic Lab del Politecnico di Milano, la Scuola internazionale di liuteria e il CrForma, azienda speciale di formazione professionale della Provincia di Cremona.
  • Cabina di regia della liuteria: 12 febbraio 2021, Webex
    Anch’essa nata nel 2015, la cabina di regia della liuteria riunisce inizialmente – oltre al Comune e alla Fondazione Museo del Violino - le sole associazioni di categoria degli artigiani e la Camera di Commercio; successivamente, partecipano ai lavori anche il Consorzio Liutai e CremonaFiere. La cabina di regia è chiamata a dare alla proposta del piano di salvaguardia un parere nell’ottica di chi affronta il tema del saper fare liutario con le competenze e la conoscenza dei problemi delle imprese artigiane.
    All’incontro, il Sindaco ha presentato il Piano di salvaguardia del saper fare liutario cremonese, esprimendo le sue aspettative su questo strumento strategico di dialogo e di progettazione per il futuro della città, dando ad ognuno spazio e ruolo per progettare insieme. “Non solo i diretti interventi sul comparto economico di una realtà la consolidano e la rafforzano. Elaborare un Piano di salvaguardia, per esempio, significa prendersi cura dell’identità profonda di una comunità, tutelarla con precise azioni i cui effetti si riverberano su tutto il sistema, compreso quello economico”. Grande collaborazione da parte di tutti.
  • Incontri con la comunità dei liutai
    Gli incontri con la comunità dei liutai hanno avuto luogo su piattaforme digitali.
    Nella prima ipotesi di incontri con la comunità di pratica presentata agli interlocutori istituzionali, infatti, ancora era possibile immaginare di organizzare gli incontri in forma ibrida, con una parte di partecipanti in presenza e una parte connessi da remoto, in una dimensione che comunque contemplasse i temi del confronto e della presenza in contemporanea. Tuttavia, l’evoluzione della pandemia da Covid-19 ha imposto di rimodulare la progettazione di quei momenti, nel rispetto delle norme in vigore.

    I lavori preparatori hanno previsto diversi momenti online di confronto e dibattito e un incontro più strutturato che si è tenuto il 26 aprile 2021. Durante quegli incontri è stata condivisa una bozza di questo documento per raccogliere critiche e suggerimenti della comunità liutaria cremonese, il più pressante dei quali trova espressione in due domande ricorrenti: qual è il patrimonio cremonese da tutelare? E in cosa consiste il saper fare liutario tradizionale cremonese?

    Queste domande rivelano la necessità di aggiornare il lavoro di definizione dell’elemento prodotto nel processo di candidatura, per tener conto della complessità dell’elemento attuale, dando la parola alla vasta ed articolata comunità di artigiani legati a Cremona e alla sua tradizione liutaria. Ascoltare, descrivere, distinguere e riconoscere si rivela esercizio essenziale alla salvaguardia dell’elemento definito come “saper fare liutario tradizionale cremonese”.
  • CHIUSURA DELLA FASE PREPARATORIA: Evento pubblico del 10 maggio 2021
    Il 10 maggio 2021 ha avuto luogo l’evento organizzato in collaborazione con UNESCO e il Ministero della Cultura: L’Unesco, il patrimonio immateriale e i piani di salvaguardia - Il Piano di Salvaguardia del Saper fare liutario tradizionale cremonese.
    Nella cornice dell’Auditorium Arvedi del Museo del Violino, il sindaco Galimberti ha dialogato con i rappresentanti delle istituzioni locali, regionali, nazionali e internazionali, per presentare ufficialmente al pubblico di riferimento i lavori di elaborazione del Piano di salvaguardia.

    In quell’occasione, dunque, le istituzioni hanno illustrato il lavoro condotto a Cremona dall’ottobre 2020, che con il supporto di due facilitatrici UNESCO ICH ha portato alla definizione di un primo programma di lavoro articolato in sessioni tematiche, secondo uno schema che riflette gli ambiti fondamentali della salvaguardia come definiti dalla Convenzione UNESCO, e i risultati degli incontri preparatori e dialoghi avviati e sviluppati con la comunità dei liutai e con le istituzioni della città.
    L’evento si è svolto secondo questo programma:
    • Aspetti generali della Convenzione UNESCO sulla salvaguardia del patrimonio intangibile (intervento introduttivo del prof. Tullio Scovazzi)
    • Il carattere evolutivo del patrimonio culturale immateriale e la necessità di aggiornare costantemente gli strumenti normativi, conoscitivi e di salvaguardia (Ana-Luiza Thompson Flores)
    • L’ufficio Unesco del Ministero della cultura e il rapporto con gli Elementi Italiani iscritti nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale dell’umanità (Mariassunta Peci, Direttore del Servizio II - Ufficio Unesco, Segretariato Generale del MIC)
    • La liuteria: un ponte tra l’Italia e il mondo - Giorgio Marrapodi, Min. Plen., Direttore generale per la cooperazione allo sviluppo - MAECI, Consiglio direttivo, Commissione Nazionale per l’Unesco.
    • “Comunità, gruppi ed individui” per la Convenzione: come creare una dinamica di partecipazione per la trasmissione di un bene comune? – Valentina L. Zingari e Benedetta Ubertazzi. Presentazione delle sessioni di lavoro del Piano di salvaguardia del saper fare liutario cremonese: temi e metodi.

La risposta della comunità a quell’incontro, pur attraverso molteplici segnali, ha fatto comprendere in modo inequivocabile che sul tema dell’ascolto occorreva costruire tutta la programmazione dei lavori. Una richiesta lecita, esplicita.

Così, per rispondere alla domanda dei liutai di maggior coinvolgimento, per raccogliere dati basati sulla loro esperienza diretta e per approfondirne percezioni, bisogni e punti di vista, in collaborazione con il Mic, è stato elaborato un lungo questionario, composto da 9 sezioni per quasi 100 domande.

I lavori preparatori avevano reso evidente la strategica importanza di dare concretezza alla partecipazione dei liutai nella progettazione, programmazione e sviluppo delle sessioni di lavoro del Piano di salvaguardia.

Il questionario, elaborato attraverso l’ascolto della comunità e il supporto del Ministero della Cultura, si poneva, dunque, l’obiettivo di far emergere proprio la dimensione dei bisogni, della concretezza attraverso tre azioni specifiche, e cioè:

  • offrire a tutti i liutai, in maniera libera e informata, uno spazio di espressione sul patrimonio di cui sono detentori (principio di etica 1) nel rispetto delle scelte di anonimato e della privacy;
  • raccogliere nuovi dati quantitativi e qualitativi sui quali fondare un lavoro di analisi dello “stato di salute” dell’elemento che combini più livelli: un’analisi di tipo statistico semplificato, un lavoro di interpretazione che metta in sinergia gli strumenti della Convenzione e i metodi antropologici, un lavoro di sintesi al fine di rendere i dati parlanti;
  • rimodulare il programma delle sessioni di lavoro ipotizzate, alla luce dei dati raccolti.

La sua struttura, direttamente collegata agli ambiti della salvaguardia, ai risultati dei lavori preparatori e alle priorità emerse nel rapporto con la comunità, tiene conto delle aree tematiche e degli indicatori definiti dall’UNESCO per valutare il raggiungimento dei risultati (l’impatto della Convenzione) nei processi di salvaguardia a livello nazionale, il Quadro Globale dei Risultati e si articola in 9 sezioni:

  • La descrizione: cosa si intende oggi per saper fare liutario tradizionale cremonese? Quali sono i tratti che lo caratterizzano e ne determinano l’identità?
  • La musica e il rapporto fra musicisti e liutai: il lavoro del liutaio non può prescindere dal rapporto con i musicisti. Com’è impostato questo dialogo e come rinforzarlo?
  • La trasmissione: quali sono le strade più efficaci per trasmettere questo sapere alle future generazioni?
  • La ricerca e il rapporto con gli istituti di ricerca:cosa c’è di buono in quel che è stato fatto, cosa si può migliorare per il futuro?
  • La protezione giuridica: quali misure concrete di protezione possono meglio tutelare il saper fare liutario tradizionale cremonese?
  • La promozione:in un contesto globale che evolve molto rapidamente, come promuovere in modo etico il saper fare liutario tradizionale cremonese?
  • La comunicazione: come comunichi il tuo saper fare, come possiamo aiutare te e tutta la comunità a farlo meglio?
  • Rischi e minacce: quali sono le minacce attuali e potenziali che possono mettere a rischio la vitalità della liuteria cremonese?
  • I bisogni concreti di liutaie e liutai:entrando nel concreto della vita delle botteghe, quali sono i bisogni e a quali di questi si può dare risposta?

Raccolta, analisi e interpretazione dei dati: i metodi

I dati raccolti sono stati analizzati applicando, prima di tutto gli strumenti della Convenzione UNESCO ICH (con le sue definizioni, Direttive Operative, materiali di formazione, indicatori del Quadro Globale dei Risultati) in secondo luogo, e come supporto scientifico-disciplinare, le competenze dell’antropologia culturale. Questa disciplina favorisce l’ascolto delle comunità, la comprensione dei processi sociali che stanno alla base dell’identificazione, descrizione e trasmissione dei patrimoni culturali immateriali, contribuendo a fondare processi di sviluppo sostenibile inclusivo. Ascolto informato, inclusività di genere, generazioni, stranieri e persone non rappresentate da associazioni sono i principali criteri tenuti in considerazione: dopo la pubblicazione del questionario e del link di accesso, ogni liutaio che opera sul territorio cremonese è stato contattato personalmente, per essere sicuri che tutti fossero in grado di partecipare e affinché fosse assolto il criterio della raccolta dati sulla base dell’ascolto informato.

Il lavoro di interpretazione dei dati raccolti è stato condotto attraverso tre fasi: l’analisi quantitativa, l’analisi qualitativa e la sintesi interpretativa.

Analisi quantitativa

La valutazione delle percentuali di partecipazione alle diverse domande del questionario restituisce uno spaccato significativo delle priorità sulle quali la comunità desidera orientare i futuri lavori. Al questionario hanno risposto 79 liutai, che corrispondono al 47,3% della comunità totale di professionisti operante sul territorio cremonese.

Analisi qualitativa

L’analisi qualitativa identifica in ciascuna risposta fornita i temi-chiave, cioè i punti di accordo che esprimono visioni e valori comuni, bisogni condivisi, percezioni e rappresentazioni dell’elemento nel contesto contemporaneo.

Le risposte vengono poi aggregate (per ogni sezione del questionario e ogni domanda), in insiemi tematici basati sull’appartenenza a temi-chiave e su priorità identificate dai membri della comunità e tengono conto degli indicatori UNESCO del Quadro globale dei risultati (ORF), strumento impiegato perché da tutti i governi per la redazione del Rapporto sull’attuazione della Convenzione UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale.

Sintesi interpretativa

Sulla base delle analisi quantitativa e qualitativa, è stato possibile tracciare una sintesi, identificando valori, bisogni condivisi e priorità per i diversi ambiti già definiti dalla struttura tematica del questionario. 

I risultati emersi

I dati prodotti costituiscono un patrimonio dal grande potenziale nel percorso che porta all’elaborazione del Piano di salvaguardia. Nel complesso attestano:

  1. un alto livello di consenso intorno alla definizione del patrimonio della liuteria tradizionale, in riferimento a quanto espresso nel dossier di candidatura UNESCO;
  2. un buon livello di consenso nell’identificazione di minacce e rischi per la sua trasmissione;
  3. un buon livello di consenso intorno a tematiche prioritarie per la comunità;
  4. concreti suggerimenti e raccomandazioni - di misure/iniziative/attività - preziosi per l’elaborazione del Piano di Salvaguardia dell’artigianato tradizionale della Liuteria a Cremona.

Di particolare interesse sono risultate le risposte alla domanda che indagava il grado di priorità che i liutai assegnano a ciascun tema oggetto di riflessione durante i lavori del Piano di salvaguardia.

I temi erano proposti secondo questo elenco:

  • Principi e finalità della Convenzione Unesco 2003;
  • Cos'è il saper fare liutario tradizionale cremonese;
  • La comunità patrimoniale;
  • La trasmissione fra scuola e bottega;
  • La musica, i musicisti e i liutai;
  • Formazione e la ricerca;
  • La governance;
  • I rischi e i bisogni;
  • Le misure di protezione giuridica;
  • Patrimonio immateriale e diversità culturale;
  • Promozione e dinamiche del mercato;
  • Comunicazione interna ed esterna alla comunità.

E i liutai si sono espressi in questo modo:

La pianificazione delle sessioni di lavoro è stata conseguentemente riformulata perché fosse maggiormente rispondente alle indicazioni fornite dai liutai, tenendo in considerazione non solo i dati che emergono dal grafico qui riportato, ma anche i dati quantitativi e qualitativi che emergono dalle risposte alle diverse sezioni del questionario.

Dopo averla condivisa con gli uffici ministeriali, la pianificazione è stata presentata alla comunità dal Comune di Cremona, in rappresentanza delle voci istituzionali, in particolare quella del Ministero.

Presentazione dei risultati - 25 gennaio 2022

In questo incontro sono stati restituiti alla comunità i dati emersi dal questionario e contestualmente è stato proposto un metodo di lavoro, che consiste nel far precedere a ogni sessione la creazione su base volontaria di un gruppo di lavoro, aperto ai liutai, che si impegna ad aiutare gli uffici e le facilitatrici per mettere a fuoco contenuti e modalità operative delle sessioni[1].

Ipotesi di svolgimento

In occasione della presentazione dei risultati del questionario, è stata proposta ai liutai una prima calendarizzazione degli appuntamenti, così strutturata:

  • Caratteri e valori fondamentali del Saper fare liutario tradizionale cremonese
  • Musicisti e liutai: una connessione vitale
  • Le sfide della trasmissione tra scuola e bottega (I parte)
  • Spazi culturali e strumenti associati alla pratica (II parte)
  • Le sfide della trasmissione tra sistemi di formazione e ricerca (III parte)
  • Il mestiere artigiano nella normativa applicabile, misure di protezione (I parte)
  • Il mestiere artigiano nella normativa applicabile, misure di protezione (II parte)
  • Raccontare e promuovere il Saper fare liutario tradizionale cremonese;
  • Documentazione e ricerca. Restituzione dei risultati del progetto A regola d’arte;
  • I piani di salvaguardia in un confronto nazionale e internazionale, caratteristiche e testimonianze;
  • La comunità patrimoniale e il suo impegno per la salvaguardia: la governance culturale.

In particolare, i contenuti del questionario davano un indirizzo estremamente chiaro a cui la ricchezza delle competenze e delle testimonianze possedute a livello locale davano la possibilità di organizzare da subito una risposta. Questo tema è stato infatti oggetto del progetto Il saper fare liutario cremonese: storia, tecniche costruttive, testimonianze e identità, presentato e finanziato a valere sull’avviso a firma del Segretario Generale Anastasi del 21710/2021. La risposta alla domanda relativa alla definizione del saper fare liutario tradizionale cremonese risiede in un lungo cammino di indagine, dibattito e ricostruzione storica, a partire dalla nascita della liuteria, sino al Novecento.

Da lì partiamo.